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Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico

675870
Garibaldi, Giuseppe 40 occorrenze
  • 1870
  • Fratelli Rechiedei
  • prosa letteraria
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Clelia: il governo dei preti: romanzo storico politico

di romani, durante la notte, quel soldato, cui i preti avevano dato ad intendere che i difensori di Roma eran tanti assassini, giunto che fu alla

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disprezzo chiamandoli truffatori e ladri ed eran veramente ladri e truffatori condannati al chiodo per falsificazioni e furti. Il romano mendico sotto i

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. Antonio (America) eran pur italiani che pugnavano contra soldati del despotismo! e molti e moltissimi furono i feriti! Là sugli omeri dei fratelli e

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fucilati come cani. Eran nove; a forza di bastonate si condussero nove contadini a scavar nove fosse nella sabbia ed una scarica del picchetto di

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-re, ve ne eran varie più spaziose delle altre, forse in antico destinate agli imperanti, alla corte, ai grandi. Il tempo le avea ridotte ad una sola

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Eran passati due giorni dall’arresto di Manlio e ancora non se ne sapevano notizie. Le donne sue erano alla disperazione. «E che sarà del tuo buon

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impieghi, eran sordi a qualunque proposito generoso che potesse compromettere l’Eldorado

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invase mentre ben pochi eran rimasti i difensori. Attilio e Muzio, se, più amanti della propria salvezza, dati si fossero alla fuga, forse avrebbero

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istitutori-preti, avendo trovato pesante il remo e le reti degli apostoli, s’eran piuttosto dati al buon tempo delle gozzoviglie per la maggior gloria di Dio

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ed eran respinti dai coraggiosi repubblicani. Chi riconosce oggi quei fieri concittadini di Dandolo e dei Morosini? Per liberarsi, abbisognano dello

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eran palazzi e cuochi, e mode, ed abiti e vivande raffinate. Non v’eran preti, birri, prefetti, esattori di tasse; non v’eran carichi insopportabili di

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, Una sera dei primi di marzo in una stanzuccia sul di dietro della casa di Manlio in Trastevere s’eran riuniti, Attilio, Muzio e Silvio per conferire

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davano ai cocenti raggi del figlio primogenito di Dio. I sentieri solcati dalla bufala eran quindi magnificamente ombreggiati e ben piacevole sarebbe

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’ingiustizia e le violenze. Fra i lussi degli antichi c’eran le Terme, ossia i bagni, e vi si prodigavano ricchezze immense per renderli comodi, doviziosi e

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fecero saltare una caserma di zuavi con una mina e col solo coltello pugnarono da disperati contro la famose carabine dei mercenari. In Trastevere s’eran

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. per consiglio dell’Eminentissimo mi mandò a Roma nel seminario all’età di quindici anni per abbracciare la carriera ecclesiastica. Eran due anni che

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ci andassero tutte due ed offrivasi di accompagnare le amiche al Palazzo Corsini; «Andremo dunque» diceva Silvia finalmente risoluta. In mezz’ora eran

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si eran nascosti qualche volta, ma frustrati dalla mia vigilanza ed impauriti dalla mia carabina eran fuggiti al mio avvicinarsi e confessarono al

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tre amici, feriti, avevan combattuto e combattevano da leoni. Gli insorti, animati dai loro capi, s’eran pure portati valorosamente, ma le munizioni

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festeggiare il 30 Aprile, come anniversario della cacciata dello straniero, e preparativi acconci furono fatti. Ma, se non v’eran truppe, non mancavano

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i principi non avevano bisogno di correre dietro ad una forosetta per implorarne il favore e ben fortunate eran quelle cui capitava di poter fissare

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a seppellire i morti, che non eran pochi, ed alla cura dei feriti, sì gli uni come gli altri quasi tutti papalini. I liberali ebbero tre feriti soli

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Eran vari giorni che Clelia, Silvia e John abitavano il Castello di Lucullo ospiti d’Orazio e d’Irene e non si accorgevano di starvi male. Fra i

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, accompagnati da quelli che lo erano meno e sotto la custodia dei vicini pastori, verso Roma. Dei liberali, come dicemmo, non v’eran gran feriti e dei papalini

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pezzi nel generale esterminio. Tra le astuzie dei sardanapali pretini, ricchissimi com’eran furon sempre mercé la stupidità dei fedeli, non ultima fu

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alla stanza furono visti piombare due uomini il cui volto avrebbe fatto impallidire il demonio. Eppure eran bei volti quelli! belle fattezze

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ritirata era morte sicura, dovendo percorrere di nuovo lo spazio avanzato sotto il fuoco micidiale di tali tiratori com’eran quei di dentro e

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. Eran ben custodite di certo. L’Orazio Romano le avrebbe difese contro un esercito e si sarebbe lasciato fare a pezzi per loro. Il Capo d’Anzo a

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contrastava colla lunga barba dello stesso colore brizzolata di grigio in molte parti. Le sue vesti eran forse poco diverse da quelle portate, quando

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, malinconicamente bella, scorgevansi le traccie di patite sventure. I nuovi arrivati eran Silvio e la sua Camilla. Il nostro cacciatore, dopo che la

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, copriva col nero suo manto la città eterna. Per le vie silenziose, i passanti s’eran fatti più radi, l’ombre dei palagi e dei monumenti si confondevano

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nelle vene e lo sguardo gli corse tosto ai ferri che adornavano lo studio. Eran scalpelli, martelli, mazze e Manlio stava lì lì per impugnare un pié di

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chi non ne ha il filo. Giovani e svelte le due donne eran sempre sulle nostre calcagna. Io chiedevo loro sovente: siete stanche, volete il braccio

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papalini irrompeva contro il portone del lanificio. Di dentro s’eran smorzati tutti i lumi in modo che i birri, veduti dai nostri, non potevano

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Eran le undici della notte. Le gondole ingombravano i canali di Venezia e la piazza S. Marco, illuminata a giorno, era sì affollata di gente, da non

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mustacchi. Eran proprio dei nostri intrepidi compagni, terrore della birraglia pretesca. Vi lascio pensare. Comandante, qua! gioia reciproca c’inondasse

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avversarii, e riscontrarono con soddisfazione che non eran complici della sorpresa. Poi, facendo fronte agli assalitori, si ritirarono in ordine, senza

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colpi eran battuti e le mani erano alzate per il terzo segno quando una voce dal lido, ove si trovavano le gondole gridò: «Fermi!» ed i quattro

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Era la vigilia di Pasqua, tutto si trovava in ordine nel castello ed i proscritti che non eran di guardia stavano con Orazio, Attilio e le donne

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ignorante era obbligato di servirsi di guide indigene che mal volentieri lo servivano. I proscritti all’incontro, praticissimi, s’eran mossi all’alba e

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